11 dicembre 2007

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"Un'architettura nuova è necessaria sola là dove altri strumenti - quali il restauro scientifico, il ripristino filologico o il recupero edilizio - non hanno senso operativo e tanto meno solutivo. Il modo che ho seguito è stato sempre quello di far del nuovo intervento occasione di restauro e di recupero delle parti storiche preesistenti, in modo che il progetto nel suo insieme fosse effettivamente completamento del luogo urbano."
C.A.

sabato 15 dicembre 2007

Complesso scolastico, Pesaro 1974-1978

Il tema riguarda la progettazione di un’area di espansione a sud della città di Pesaro concentrata in venti ettari. Il piano regolatore generale prevede la costruzione di un istituto professionale, un istituto commerciale, un liceo scientifico ed un istituto tecnico per un totale di circa quattromila studenti. Alla pianificazione prendono parte C. Montanari e M. L. Tugnoli.

Le prime fasi del progetto riguardano il rapporto tra l’area interessata e l’intera struttura urbana, rapporto che nasce attraverso i diversi collegamenti viari. Il passaggio alla scala architettonica tiene conto dell’intorno urbano e delle nuove aree residenziali in espansione, realizzate spesso attraverso leggi di edilizia economica, da cui la necessità di un’architettura che li rappresenti, unificandoli.

Il pensiero di Aymonino è quello di concentrare le diverse esigenze in un unico edificio. Prevede l’inserimento di un centro civico, politico, culturale, commerciale e religioso all’interno del campus in modo da ottenere un luogo d’incontro che si confronta con la vita studentesca e con la realtà sociale del quartiere. Ritiene possibile la concentrazione, in un'unica sede, di alcuni servizi scolastici previsti per i vari istituti (biblioteca, mensa, ambulatorio, aula magna) migliorando la loro fruizione da parte del quartiere.

L’elemento importante è relazionare gli edifici, dalle diverse funzioni d’uso, con l’intorno urbano. Una prima relazione funzionale è individuata dai percorsi veicolari e pedonali che facilitano l’arrivo al campus.

Il progetto vuole il liceo scientifico come un unico edificio posto ad angolo, compatto di forme pure e di forte richiamo al mondo classico; gli istituti tecnico e commerciale sono due edifici separati da una piazza interna ma hanno una lunga fascia porticata che unifica l’intero prospetto, si evidenzia così la continuità tra spazi comuni interni coperti e spazi comuni esterni aperti. Lo spazio pubblico viene ad articolarsi in due piazze poste a quote diverse di cui una è interessata da un elemento a torre centrale che diventa punto di riferimento.

Assonometria generale nella terza redazione
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 61)

Prospettiva della piazza del campus, terza redazione
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 54)

Prospettiva della soluzione d'angolo, fronte sud-est
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 55)

Assonometria dell'intervento nella prima redazione
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 58)

Piante, prospetti e sezioni di studio per il campanile
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 58)

Planimetria della terza redazione
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 58)

Complesso scolastico, Pesaro (1966-1967)
prospettiva della soluzione d'angolo del liceo scientifico,
fronte sud-ovest

Complesso scolastico, Pesaro (1966-1967)
schizzo di studio prospettico della soluzione d'angolo del liceo scientifico,
fronte sud-ovest


Elaborati grafici

Concorso per i nuovi uffici della Camera dei Deputati, Roma (1966-1967)
schizzo di studio

Completamento del Bacino di S. Marco , Venezia (1985)
studi sulla statua di Venere

martedì 11 dicembre 2007

Progetto IMA, Ferrara 1982

La volontà dell'amministrazione è quella di organizzare un luogo qualificato, dal punto di vista architettonico, con l'inserimento di percorsi ed ingressi che permeano dalla struttura urbana confinate. Viene elaborata l'idea di una piazza raccolta con quattro accessi pedonali.

Il progetto prevede sia la realizzazione di unità architettoniche, adibite a uso residenziale e commerciale, con una loro precisa identità funzionale, che la ristrutturazione di una porzione di capannone industriale con destinazione ludica.

Il corpo edilizio che appare in modo più spiccato rispetto al resto del sistema è un edificio in linea di sei piani, simmetrico rispetto ad un'ipotetico asse centrale. Dal progetto si delinea la volontà di liberare il piano terreno rendendolo usufruibile alla collettività; questa sua caratteristica di permeabilità è compatibile con quella dell'edilizia esistente. E' intuibile come, lo spazio interno dell'isolato, diventa di uso collettivo in quanto il fronte del fabbricato ha vani passanti l'edificio, ottenuti mediante lo scavo del piano principale della facciata facendo risaltare la scala in forma di colonna, rientrante rispetto il profilo del corpo di fabbrica.
Il rivestimento dell'edificio viene pensato con pannellature a specchi che permettono ancor di più un proprio ruolo di mediazione con il contesto, riproponendo le immagini dell'ambiente circostante. La finitura esterna è in pietra.

Progetto IMA, Ferrara (1982)
prospetto

venerdì 23 novembre 2007

Complesso abitativo "Monte Amiata", Quartiere Gallaratese, Milano 1967-1972

"Questo dinosauro rosso, con una rigida e lunga coda bianca, sorge ormai terribilmente sopra la pianura." Aldo Rossi

Si tratta di un intervento di grande dimensione a cui prendono parte il fratello M. Aymonino, A. De’Rossi e S. Messarè.
Il comune di Milano assieme alla società proprietaria del suolo, stabilisce, in sede di convenzione, un indice standard di 2.400 abitanti con 169.000 mc di area edificabile da destinare ad abitazioni.

Già dal planivolumetrico predisposto dal comune le prime idee sono indirizzate ad un insieme volumetricamente definito da elementi diversi. Nell’impostazione di lavoro, Aymonino ha ignorato il territorio e i rapporti con l’intorno in quanto area priva di suggerimenti, specialmente dal punto di vista naturale. L'insediamento Gallaratese non può quindi aspirare ad essere una vera e propria città a causa del suo carattere pressoché monofunzionale.

Il progetto finale ha per cui accentuato il distacco dall’intorno, cercando di elaborare un piano ben più compatto. Si sviluppa così l’idea di una costruzione, composta da cinque corpi di fabbrica, articolata e compatta allo stesso tempo, con altezze e profondità diverse. Progetta elementi come logge e ballatoi che facilitano l’accesso dai parcheggi a terra agli atri d’ingresso, corridoi interni, percorsi pedonali, sia orizzontali che verticali, coperti e non, e tre piazze che fungono soprattuto da luogo di incontro o di giuoco, diverse tra loro, una delle quali diventa teatro all’aperto.

Il Gallaratese va ad inserirsi nella poetica del frammentismo perseguita da Aymonino nel corso degli anni Sessanta, da cui la presenza di elementi come i riquadri in vetrocemento degli appartamenti duplex ed i volumi cilindrici dei collegamenti verticali che stabiliscono dei punti di riferimento per il controllo dell'immagine d'insieme degli edifici.

Aymonino con questo piano rompe la tradizionale concezione dell’edificio privato in quanto non ha progettato dei semplici appartamenti, ma li ha completati con dei servizi di loro pertinenza e con spazi aggiuntivi inseguendo l'idea di una città complessa e tumultuosa. Il Gallaratese diventa rapidamente modello di riferimento disciplinare sia sul piano linguistico che figurale per la possibilità di interferire sui processi aggregativi della residenza periferica portandoli ad una riconoscibilità urbana.

Veduta zenitale del plastico
Immagine tratta da: Piazze d'Italia: Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 39)

La piazza con il teatro all'aperto
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 44-45)

Schizzi di studio
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 43)

Il piano terra distributivo

Complesso abitativo "Monte Amiata" Quartiere Gallaratese, Milano (1967-1972) vista dall'alto

Complesso abitativo "Monte Amiata" Quartiere Gallaratese, Milano (1967-1972) piazza e teatro all'aperto

Complesso abitativo "Monte Amiata" Quartiere Gallaratese, Milano (1967-1972) veduta dell'edificio B

Complesso abitativo "Monte Amiata" Quartiere Gallaratese, Milano (1967-1972) prospetto dell'edificio B

venerdì 16 novembre 2007

L'idea di Piazza

La piazza, per Carlo Aymonino, è il “luogo” della città per eccellenza; è l’elemento di raccordo tra l’architettura e la città costruita, ed ogni nuovo intervento progettuale effettuato va ad instaurare una relazione con ciò che si conserva ancora della città storica.

Ha condotto di fatto numerosi studi e ricerche sulla natura di queste zone ricche di sedimentazione storica, sforzandosi spesso di andare a proporre soluzioni architettoniche attente alla specificità dei problemi locali. Con Aymonino la piazza ritorna ad essere un luogo di relazione tra la struttura urbana e la soluzione architettonica.

Concorso per la ricostruzione del Teatro Paganini, Parma 1964

Concorso apertosi nel 1964 con lo scopo di recuperare il teatro Reinach, poi Paganini, distrutto il 13 maggio del 1944 in seguito ad un bombardamento.

Lo sviluppo del progetto segue delle fasi logiche che partono dallo studio urbano della città preesistente fino alla ricostruzione delle due piazze pubbliche (Piazza della Pilotta, Cortile delle Vasche) ed un teatro che svolge più funzioni, dall’opera e commedia a spettacoli vari. Il progetto nasce su due allineamenti: Pilotta e Prefettura, nella cui sovrapposizione vi è il teatro, diverse sale ed una pinacoteca.

Le aree si sviluppano su differenti altezze in modo da realizzare un percorso continuo tra i vari spazi pubblici, simile a quello ottenuto al piano terreno.

I volumi del corpo di fabbrica sono stati pensati strutturalmente e visivamente come elementi “puri”, leggendo facilmente in facciata le successive sovrapposizioni.

Piante a quota +0.00 m (sinistra) e +11.00 m (destra)
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 27)

Foto del plastico
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 28-29)

Foto del plastico
Immagine tratta da: Piazze d'Italia:
Carlo Aymonino, Progettare gli spazi aperti, Electa, Milano, 1988 (pag. 28-29)

Le Sue pubblicazioni

  • Origini e sviluppo della città moderna, Padova (1965)
  • La città di Padova, (con altri autori) Roma (1970)
  • L'abitazione razionale, Padova (1971)
  • Il significato della città, Roma - Bari (1975)
  • Le capitali del XX secolo: Parigi e Vienna, Roma (1975)
  • Lo studio dei fenomeni urbani, Roma (1977)
  • Un progetto per il centro storico di Roma, (con R. Panella), Roma (1982)
  • Per un'idea di città, Roma (1984)
  • Piazze d'Italia progettare gli spazi aperti, Milano (1988)
  • Progettare Roma Capitale, Roma (1990)
  • Carlo Aymonino, Londra (1996)
  • Il Campidoglio di Carlo Aymonino, Roma (2000)
  • Carlo Aymonino: disegni 1972-1997, Roma (2000)

Pensiero di Aymonino

"Dopo vent'anni è bene guardarsi in faccia
per scoprire i segni lasciati dall'architettura,
dalla storia e dall'amore
e le ferite del poco denaro."

Premi e riconoscimenti


Riceve il premio IN/ARCH. Lucania, 1962

Riceve il premio IN/ARCH. Lazio, 1964

Riceve il premio IN/ARCH. Bologna, 1974

Riceve il premio San Valentino a Terni, 1984

E' insignito della Medaglia d'Oro per meriti della scienza e della cultura del Ministero della Pubblica Istruzione, 1999

Decorato del premio Hononary Fellow dal The American Institute of Architects, 2000

lunedì 12 novembre 2007

Opere

1950/52 - Quartiere Ina Casa Tiburtino, Roma (con C. Chiarini, M. Fiorentino, E.Gorio, M. Lanza, S. Lenci, P.M. Lugli, C. Melograni, G.C. Menichetti,
G. Rinaldi, M.Valori. Capigruppo: L. Quaroni, M. Ridolfi)
1954/57 - Quartiere popolare Spine Bianche, Matera (con C. Chiarini, M. Girelli, S. Lenci, M. Ottolenghi)
1956/60 - Sede della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Massa Carrara (con C. Chiarini, B. De Rossi, M. Girelli)
1957/58 - Unità residenziale Tratturo dei Preti, Foggia (con C. Chiarini, B. De Rossi, M. Girelli). P.R.G. di Brindisi. Progetto (con S. Lenci e G. Peretto).
1958 - Palazzina in Lungotevere degli Inventori, Roma (con M. Aymonino, A. De Rossi)
1958/61 - Quartiere Ina Casa nel rione Commenda Ovest, Brindisi (con C. Chiarini, B. De Rossi, M. Girelli, L. Potì)
1959/60 - Cooperative residenziali Orione, Vega e Cassiopea, Lecce (con F. Cicirillo e G. Marasco)
1959/61 - Quartiere Ina Casa in viale Ofanto, Foggia (con C. Chiarini, B. De Rossi, M. Girelli)
1960/62 - Istituto tecnico industriale, Brindisi (con C. Chiarini, B. De Rossi, M. Girelli)
1962/65 - Istituto tecnico professionale, Lecce (con G. Marasco).
1963/64 - Cooperariva residenziale Tor Carbone, Roma (con M. Aymonino, A. De Rossi, B. De Rossi)
1963/66 - Edificio polifunzionale, Savona (con M. Aymonino, A. De Rossi, B. De Rossi)
1967 - Progetto di concorso per Ospedale psichiatrico, Mirano (con C. Dardi)
1967/72 - Complesso residenziale Monte Amiata al quartiere Gallaratese 2, Milano (con M. Aymonino, A. De Rossi, S. Messaré)

1970 - Progetto di concorso per il Centro Pompidou al Beaubourg, Parigi (con S. Messaré)
1970 - Progetto architettonico unitario per il Campus scolastico, Pesaro
1970/73 - Liceo scientifico G. Marconi, Pesaro
1971/74 - Piano particolareggiato per il centro storico di Pesaro (con C. Dardi, G. Fabbri, M. Lcna, R. Panella, G. Polesello, L. Semerani)
1977 - Progetto di Ristrutturazione di Prager Platz, Berlino.
1977 - Progetto di concorso per Centro direzionale, Firenze (con M. Aymonino, A. Rossi e G. Braghieri, M. Bosshard, A. Cantafora, J. Kirschenfeld, V. Savi, C. Sumi, G.L. Vimercati Sanseverino)
1977/84 - Palazzo di Giustizia, Ferrara (con A. Torti)
1978/84 - Istituto tecnico commerciale e per geometri, Pesaro (con C. Montanari e M.L. Tugnoli)
1982 - Progetto per il Piano di recupero dell'abbazia di Pomposa (con G. Barbini, A. Tosti Zambelli)
1982/84 - Colosso, Roma (con M. Aymonino, S. Giulianelli, M.L. Tugnoli)
1984 - Ristrutturazione del Campo di Marte, Venezia-Giudecca. Progetto per il concorso internazionale a inviti (con G. Barbini)
1985 - Interventi nel bacino di San Marco. Progetti per il concorso per la 3° Mostra internazionale di Architettura. Biennale di Venezia (con O. Barbini, F. Frison, E Mazzoleni, L. Salce, A. Sandi)
1985 - Progetto per Tre piazze, Terni (con M.L. Tugnoli)
1986 - Mercato parcheggio a Orte (con A. Balducci e ML. Tugnoli).
1986 - Progetto di concorso per la Seconda Università a Tor Vergata, Roma.

1986
Progetto di concorso (con L. Calcagni, G.P.Mar, G. Tamaro, M.L. Tugnoli)
1986 - Progetto di concorso per la sistemazione del parco urbano di Parigi LaVillette (con O. D'Ardia, V. Fraticelli, O. Macinini, R. Nicolini, A. Zattera)
1986 - Sistemazione dell'area Pirelli, Milano-Bicocca. Progetto di concorso (con G. Barbini, ML. Tugnoli, S. Amorosino, G. Conti Gibone, P. Leon, O. Longhi)
1986 - Progetto di concorso per la sistemazione di largo Firenze, Ravenna (con M. Avmonino, C. BaIdisserri, G. Barbini, R.Evangelisti, N. Pirazzoli, L. Sarti, M. Scarano)
1987 - Progetto per casa d'abitazione alla Giudecca, Venezia (con G. Barbini)
1987 - Progetto di concorso per il Teatro di Avellino (con M. Aurigemma, G. Ferraro, M. Aymonino, E. Pitzalis, M.L. Tugnoli)
1987/88 - Polo scolastico, Caposele (con E. Pitzalis e M.L. Tugnoli)
1988 - Sistemazione dell'area cx Mulino Andrisani, Matera (con P.G. Corazza e R. Panella)
1988 - Progetto per la Città dello Sport Setiapolis, Sezze Romano (con A. Musacchio, E De Pisa, S. Miura, E. Ottone, E.Pitzalis, M.L. Tugnoli, D. Bugli)
1989 - Progetto di concorso Il Trincerone, sistema di trasporti e parcheggi, Salerno (con G. Giannattasio e M.L. Tugnoli)
1990/93 - Padiglione Del Selva, detto Coffeehouse, Venezia (con G. Barbini)
1990/95 - Intervento urbanistico e architettonico all'ex stabilimento Papa, S. Donà di Piave ( con G. Barbini, G. Zorzenoni)
1990 - Progetto di concorso per il Palazzo del Cinema, Biennale di Venezia (con G. Barbini e G. Paolini)
1991/92 - Zona residenziale Barialtò, Bari (con M. L. Tugnoli, G. Hanssen)

1992-97
Restauro della Villa Tittoni-Traversi e progetto della Biblioteca a Desio, Milano (con G. Barbini)
1992 - Concorso internazionale di idee per la sistemazione dell'area dello Spreebogen e la nuova sede del Bundestag, Berlino (con M. Angelini, A. Orlandi, A. Terranova )
1993 - Allestimento del Padiglione Italia perla 45° Esposizione Internazionale d'Arte, Biennale di Venezia, Venezia (con G. Barbini)
1995 - Biblioteca Hertziana, Roma (con G. Hanssen, M. L. Tugnoli)
1995 - Progetto preliminare del nuovo Palazzo di Giustizia, Reggio Calabria (con G. Morabito, E. Arbizzani, M. L. Tugnoli, G. Hanssen)
1996 - Nuovo progetto esecutivo per l'allestimento museale e copertura del Giardino Romano in Campidoglio, Roma (con G. Hanssen, M. L. Tugnoli, A. Michetti, G. Zambon)
1997 - Ristrutturazione e recupero dell'area dei Giardini ex reali a S. Marco, Venezia (con G. Barbini)
1998 - Concorso per il centro storico, Salerno (con G. Giannattasio)
1998 - Nuova sede IUAV nell'area dei Magazzini Frigoriferi a S. Basilio, Venezia
2002 – Concorso per la Nuova Biblioteca Hertziana di Juan Navarro Baldeweg, Roma
2002 – Concorso per il Ponte/Viadotto carrabile di attraversamento del Tevere, Roma
2003 – Concorso per il Nuovo Complesso Direzionale, Porto Marghera, Venezia
2003 – Sistemazione di alcune Piazze, Ferrara
2004 – Concorso per la Valorizzazione di Villa Reale, Milano

Biografia per punti

1950 - Si laurea in Architettura all'Università di Roma. E' assistente volontario presso la cattedra di Urbanistica II, prima con Marcello Piacentini, poi con Plinio Marconi.
1959 - Consegue la libera docenza presso le Facoltà di Architettura.
1965 - Vince il concorso per la cattedra di Caratteri distributivi degli edifici.
1967 - Insegna presso la Facoltà di Architettura di Palermo.
1963/81 - E' professore incaricato presso l’Università di Architettura di Venezia (IUAV).
1974/79 - E' eletto Rettore dello IUAV.
1980/93 - Insegna Composizione architettonica presso la Facoltà di Architettura di Roma.
1981/85 - Ricopre la carica di Assessore per gli interventi al Centro Storico di Roma.
1984/87 - Tiene la rubrica L'Architettura, sul settimanale L'Europeo.
1989 - E' professore onorario degli Altos Estudios del Cayc.
1995/96 - E' presidente dell'Accademia di San Luca.

Biografia

Carlo Aymonino è nato a Roma nel 1926. Si laurea in Architettura a Roma nel 1950. Grazie all’aiuto dello zio, Marcello Piacentini, fin da piccolo intraprende il percorso verso lo studio dell'architettura, imparando a disegnare scenografie per le feste familiari.

Si sviluppa in lui la passione per l'arte attraverso la conoscenza di Mafai, Scialoja, Melli, Guttuso. L'abitudine verso il disegno sembra essere l'arma con cui Carlo Aymonino riesce a contestualizzare e giocare con il progetto, rappresentato in viste tridimensionali, spesso di grande formato, in cui sono inserite ombre e figure che aiutano nella comprensione del riferimento spaziale.

Diventa docente presso le Facoltà di Architettura di Palermo (1967), di Venezia (dal 1963 al 1981), ed a Roma (dove diventa professore ordinario di Composizione Architettonica all’Università La Sapienza dal 1980 fino al 1993). Dal 1974 al 1979 diventa Rettore dello I.U.A.V di Venezia.

Durante i primi anni di attività aderisce al Neorealismo, è in questo periodo che lavora ai progetti per la realizzazione della palazzina Tartaruga a Roma (1951-54), con Ludovico Quaroni, per il quartiere Spine Bianche a Matera (1954-57) e per il quartiere Tiburtino a Roma (1950-54) con Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi. Dal 1959 al 1964 ha diviso lo studio con il fratello Maurizio.

Già con la fine degli anni Cinquanta la ricerca di Aymonino aspira a dare al progetto il ruolo di risolutore delle complessità e contraddizioni esistenti sia alla scala urbana, che negli stessi dettagli architettonici. Questa sua volontà ricompositiva della modernità diventa concreta con il progetto del complesso residenziale Monte Amiata del Gallaratese a Milano (1967-72), progettato con la collaborazione del fratello Maurizio Aymonino, Alessandro De Rossi, Sachim Messarè, progetto che vede poi anche il contributo di Aldo Rossi, cui Aymonino chiede di progettare parte del complesso. Il progetto del Gallaratese rappresenta il culmine della ricerca sui fondamenti della nuova scienza urbana, la risposta concreta alla ricerca teorica che stava sviluppando con Aldo Rossi. Nelle opere e nei progetti degli anni Settanta la poetica di Aymonino si esprime seguendo un linguaggio che vede interagire le diversità tipologiche con rigore geometrico e cromatico. Degli anni Settanta sono rispettivamente i progetti per l'Università di Firenze (1971), per l'Università delle Calabrie (1973), per il palazzo di Giustizia di Ferrara (1977-1984), il Campus scolastico superiore di Pesaro (1970-1984).

Nel 1976 e nel 1985 è stato invitato a partecipare con le sue opere alla XIII e XV Triennale di Milano ed alla Biennale di Venezia.
Dal 1981 al 1985 Aymonino ricopre la carica di assessore agli interventi sul Centro Storico del comune di Roma, dando via ad una serie di attività e di studi sulla città che segnano un momento di svolta nel modo di utilizzare e vivere il centro storico. In seguito focalizza la sua attenzione sulla scala urbana. Degli anni Ottanta sono i progetti per l'edificio residenziale alla Giudecca a Venezia (1984), il Centro residenziale e commerciale Benelli a Pesaro (1980-83), il Complesso residenziale Tor Sapienza a Roma (1981-82), il sistema di piazze al centro di Terni (1985) i sistemi polifunzionali a Scandicci (1989), a San Donà del Piave (1990), in via Ostiense a Roma (1991) ; tra i suoi ultimi progetti la copertura del Giardino Romano all'interno dei Musei Capitolini a Roma.

È membro nazionale dell’Accademia di San Luca (dal 1976) di cui è stato presidente dal 1995 al 1996. Attualmente svolge l’attività professionale nel campo dell’architettura e dell’urbanistica con studio a Roma ed a Venezia.
Nel 1999 vince la medaglia d’onore per Meriti della Scienza e della Cultura del Ministero della Pubblica Istruzione; è stato decorato del premio Hononary Fellow rilasciato dal The American Institute of Architects nell’anno 2000. Ha esposto le sue opere d'architettura in numerose mostre tenutesi in Italia, Austria, Germania, Belgio, Brasile, Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina.